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- “La Juve è una filosofia. Può piacere o non piacere ma è qualcosa di unico. Per me è stato un privilegio far parte della storia di quella società. Non è una società perfetta ma ha un dna vincente. Quando indossi quella maglia, ne senti il peso”. (Gianluca Vialli)
- “La Juventus è come l’Araba Fenice: sembra morta invece rinasce con tutta la sua forza”. (Joseph Blatter)
- “Alla Juve ho visto passare grandi giocatori e nemmeno uno andato fuori delle righe. In tal caso, infatti, si veniva subito richiamati all’ordine. E se non volevi capire, venivi messo sulla lista dei calciatori in vendita per il mercato successivo. Questa è la cultura dei grandi club”. (Jonathan Zebina)
- “Alla Juve non basta la classe, ci vogliono le palle d’acciaio”. (Giuseppe Furino)
- “Alla Juve si acquisisce una abitudine mentale di sacrificio che non c’è da altre parti. Alla Juve ti insegnano che la partita più importante è sempre quella che deve venire. Alla Juve ti insegnano ad avere sempre «fame» di vittorie, a non accontentarti mai. Non è un caso che le fortune della Nazionale siano sempre coincise con la larga presenza di bianconeri in azzurro”. (Claudio Gentile)
- “Alla Juventus il concetto di squadra è il primo valore che viene inculcato. Il concetto del Noi che prevale sull’Io. La squadra non è fatta solo da chi scende in campo, ma da tutti coloro che ogni mattina si svegliano e si mettono al servizio di quei colori: il bianco e il nero”. (Leonardo Bonucci)
- “Alla Juventus […] mi sembra di essere in Germania. Tutto viene gestito con precisione e puntualità”. (Sami Khedira)
- “La Juve è una donna, un’amante che torna all’innamorato dopo l’adulterio di una sconfitta”. (Jean Cau)
- “La Juve è davvero diversa. C’è un’ossessione per la vittoria, sempre, l’ossessione di rimettersi sempre in gioco, non c’è mai tempo per la soddisfazione, per festeggiare perché davanti c’è sempre la prossima sfida da vincere. Al mio arrivo ho visto dei guerrieri, dei giocatori con questa mentalità e ho capito perché è questo il club che vince”. (Miralem Pjanić)
- “Chi arriva, non ha bisogno di sentirsi fare tanti discorsi […] guarda i giocatori che sono qui da più tempo. È accaduto anche a me e anche se non si è abituati a certi ritmi, ci si adegua, perché questo è il mondo Juve”. (Andrea Barzagli)
- (“Cosa significa la Juve per te?”) “È il grande amore che si trova solo una volta nella vita”. (Martina Rosucci)
- “Fin dalla prima volta in cui sono entrato nello spogliatoio della Juventus, vedendo i volti dei miei compagni, ho capito una cosa: Qui bisogna vincere e basta”. (Rodrigo Bentancur)
- “Fondamentalismo juventino, l’unico a cui sono fiero di appartenere”. (Pietro Sermonti)
- “Il gioco del calcio in Italia senza la Juventus sarebbe impensabile“. (Giorgio Bocca)
- “Cosa si mangia di speciale a Torino? Esiste un ambiente di lavoro molto particolare, sei contagiato: un’atmosfera che serve nella vita e in panchina. La principale caratteristica alla Juve è la testa bassa. L’umiltà rispetto a quello che si vince, che è sempre tanto. Il club ti insegna l’importanza degli oneri: ti mette nelle condizioni giuste per dimostrare quanto vali, ma poi tu devi dare il massimo. A quel punto vinci e ti godi gli onori. Ma per poco perché devi rivincere subito dopo. Ecco, il successo è spesso un sollievo più che una gioia […]. Certo, al Barcellona prediligono l’estetica, la bellezza o anche solo il divertimento, mentre la Juventus è meravigliosamente pratica. Confesso che nei miei anni in bianconero non è mai entrato un dirigente a dirci: ‘Mi raccomando, oggi giochiamo bene’. Più e più volte, la frase era: ‘Mi raccomando, oggi vinciamo’”. (Gianluca Vialli)
- “La gente deve sapere che nella Juve non è facile. C’è una cultura del lavoro diversa rispetto all’estero. Io sono stato al Manchester: sembrava di essere in vacanza. Qui si lavora tanto, perché tutti gli scudetti non è che li abbiamo rubati: è il lavoro, fino alla fine”. (Paul Pogba)